Osservatorio Nestlé, italiani cercano un'alimentazione più sana
Milano, 7 feb. (askanews) - Gli italiani e l'alimentazione, un rapporto storicamente consolidato, ma che nella contemporaneità, accanto a segnali di grande consapevolezza, mette in luce anche alcune confusioni, che sono state rilevate dall'Osservatorio Nestlé, sondaggio a 360 gradi condotto su un campione significativo della popolazione. E così, accanto al ritorno della dieta mediterranea, si riscontrano anche riposte contraddittorie su abitudini e priorità per gli acquisti. Ma il trend principale riguarda una scelta di fondo. "In particolare - ha spiegato ad askanews la professoressa Marta Villa, antropologa culturale dell'Università di Trento, che ha analizzato insieme al sociologo Paolo Cretet e al nutrizionista Giuseppe Fatati - emerge la richiesta delle persone di una maggiore attenzione alla loro salute, che passa soprattutto attraverso il cambiamento delle abitudini alimentari e degli stili di vita. Questo è significativo perché ci fa capire quanto alcune parole come transizione ecologica o resilienza nel post pandemia abbiamo finalmente messo in agenda delle persone l'interesse per una cura olistica, sia mente sia corpo". Utilità e urgenza ambientale, insomma, sono due fattori che sostengono una maggiore consapevolezza di fronte al tema dell'alimentazione e così si assiste all'aumento del consumo di frutta, verdura, yogurt e al contemporaneo calo di superalcolici, dolci, salumi e carne, in particolare la carne rossa. Però alla riduzione di alcuni alimenti proteici spesso non corrisponde il consumo di alternative e l'abitudine di mangiare davanti a uno schermo resta molto diffusa. Aspetti controversi, che però restano all'interno di un quadro complessivo di cambiamento positivo. "Sembra proprio - ha aggiunto la professoressa Villa - che le persone abbiano un interesse primario nei confronti di se stessi, quindi anche una sostenibilità per la vita personale, ma anche per l'ambiente che ci circonda. Da un punto di vista antropologico è interessante vedere come per la prima volta questo tipo di pensiero entra nella quotidianità, diventa un oggetto culturale: cosa che non c'era stata nel passato. Quindi i dati emersi dall'Osservatorio ci aprono una finestra interessante su una modalità vera di cambiamento, reale, di usi costumi e tradizioni del popolo italiano che, come sappiamo, sul cibo è sempre stato conservatore da un certo punto di vista, perché mangiava come gli è stato insegnato". Questo comporta anche il sostanziale abbandono della tradizionale struttura pranzo-cena come rito familiare, ma d'altra parte la rinnovata attenzione per una alimentazione diversa e migliore, ha notato Crepet, può "contribuire, assai di più di molti altri fattori economici e sociali, a cambiare in modo sensibile il nostro modo di vivere e di stare insieme".
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