Stai usando una versione precedente del browser. Usa una versione supportata per vivere al meglio l'esperienza su MSN.

Balneari, Meloni allo scontro con l’Europa: la premier vuole l’ennesima deroga per le concessioni

Logo Il Riformista: MainLogo Il Riformista 23/01/2023 Fabio Calcagni
Giorgia Meloni lancia la campagna "Spiagge pulite"Giorgia Meloni lancia la campagna "Spiagge pulite" © Fornito da Il Riformista Giorgia Meloni lancia la campagna "Spiagge pulite"Giorgia Meloni lancia la campagna "Spiagge pulite"

Sui balneari Giorgia Meloni è pronta allo scontro con l’Unione Europea. Una posizione che non sorprende, visto che il centrodestra è storicamente contrario alla riforma del settore, ovvero di indire gare europee per le concessioni e recepire così la direttiva Bolkenstein.

Parole inequivocabili sono arrivata dalla presidente del Consiglio ad Algeri, dove oggi è stata impegnata in una visita di Stato. Qui Meloni ha aperto ad una ulteriore proroga all’applicazione delle norme europee sulla concorrenza per regolamentare le concessioni balneari.

“Non ho cambiato idea sul tema della difesa dei nostri imprenditori balneari da una direttiva che secondo me non andava applicata su quel settore”, ha spiegato Meloni parlando con i giornalisti nella capitale algerina. Per la premier si tratta di una questione “molto complessa, il punto è capire quale sia, nell’attuale situazione, la soluzione più efficace a livello strutturale. Quello a cui io sto lavorando – ha aggiunto – è una soluzione che non sia temporanea. Per fare questo stiamo convocando intanto i partiti di maggioranza per ragionare insieme e poi convocheremo le associazioni dei Balneari, prima che gli emendamenti siano votati, per capire se la proroga sia la soluzione più efficace. Però il mio obiettivo è mettere in sicurezza questi imprenditori”, ha concluso.

Riproduci nuovamente video

Parole che non sono piaciute a Bruxelles. Un portavoce dell’Unione europea sentito dall’Ansa ha replicato a stretto giro alla presidente del Consiglio, ribandendo che “il diritto europeo richiede che le norme nazionali” in materia di servizi “assicurino la parità di trattamento degli operatori senza alcun vantaggio diretto o indiretto per operatori specifici, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale” e “proteggano dal rischio di monopolizzazione delle risorse pubbliche”.

“Cittadini e imprese – ha aggiunto il portavoce sentito dall’Ansa – hanno diritto a una procedura trasparente, imparziale e aperta al momento di decidere a quale impresa debba essere concesso il diritto di usare il suolo pubblico, in questo caso le spiagge”.

La direttiva Bolkenstein

La questione delle concessioni balneari si trascina in Italia dal 2006, anno dell’approvazione della direttiva Bolkenstein, che avrebbero dovuto garantire concorrenza in un settore immobile da decenni. Gare internazionali avrebbero dovuto consentire allo Stato di ottenere più soldi rispetto alle attuali gestioni, in mano ad imprenditori che in molti casi le hanno ottenute decenni fa e con canoni risibili.

Secondo gli ultimi dati della Corte dei Conti, nel 2020 lo Stato ha incassato 92 milioni e 566mila euro per 12.166 concessioni “ad uso turistico” a fronte di un giro d’affari difficile da stimare con precisione, ma che negli ultimi anni è stato quantificato in 15 miliardi di euro all’anno dalla società di consulenza Nomisma

Da allora tutti i governi che si sono succeduti non hanno mai applicato la direttiva, sostenendo (come fa anche oggi Meloni) che danneggerebbe ingiustamente le imprese italiane.

Attualmente la proroga massima è fissata al 31 dicembre 2023, ‘merito’ di una decisione del Consiglio di Stato che bloccò il provvedimento preso dal primo governo Conte (quello sostenuto dalla Lega) che prorogava le concessioni balneari fino al 2033.

La proroga senza scadenze

Lo scorso venerdì proprio i partiti della maggioranza hanno proposto un emendamento al ‘Milleproroghe’ che mirava ad eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari, prorogandole senza una fine certa.

È stato però lo stesso partito della repmier a sconfessare la proposta emendamentiva, che non è “segnalata” nelle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali dal gruppo di Fratelli d’Italia al Senato.

Altri emendamenti sui balneari sono stati depositati però da Forza italia, prima firma Ronzulli e Gasparri, e dalla Lega, a prima firma Marti e Centinaio, e sono segnalati per il voto. Puntano a un allungamento della proroga delle concessioni fino al 31 dicembre 2025, quindi di due anni.

Scegli tu!
Scegli tu!

Il Riformista

image beaconimage beaconimage beacon