"The Bad Guy", Lo Cascio da magistrato antimafia a criminale
Milano, 28 nov. (askanews) - Sono passati più di 20 anni da "I cento passi" e oggi nella serie di Prime Video "The Bad guy" Luigi Lo Cascio interpreta un integerrimo magistrato antimafia che si trasforma in criminale in cerca di vendetta. Una rilettura in chiave divertente e dissacrante di tanti racconti di mafia, dall'8 dicembre su Prime Video, diretta da Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana. Antonino Scotellaro ha fatto della sua vita una crociata contro la criminalità ma quando arriva vicino alla cattura del capo dei capi, Mariano Suro, viene incastrato con l'accusa di essere un mafioso. Sua moglie, interpretata da Claudia Pandolfi, è un avvocato che, in qualche modo, gli rimane sempre fedele. Lo Cascio racconta: "Mi sono divertito moltissimo, mi sono divertito già leggendolo, poi è stato bellissimo che hanno continuato a volermi. Tutti e due i personaggi sono già di per sé divertenti, quindi tutto ciò si moltiplica nel passaggio da uno all'altro, ma quello che mi ha divertito molto è proprio recitare in palermitano molto stretto: quella è una cosa che quando capita di poter parlare una lingua che è espressivamente più forte di quella che parliamo, quello è un elemento di gioia, di divertimento molto forte". I due registi su di lui dicono: "Ci ha sorpresi che volesse passare da Peppino Impastato a un cugino dell'America del sud, mafioso. Però per noi era proprio quello il bello, lui sognava di farlo, era tempo che diceva: fatemi fare il cattivo". La Sicilia della serie è colorata e grottesca, i mafiosi personaggi sopra le righe e a tratti ridicoli, e il racconto si sviluppa come un western. I due registi ribaltano tutte le regole del racconto di fiction sul tema mafia, e paradossalmente lo fanno partendo dalla lettura dei diari di Falcone o dagli atti del Maxiprocesso: "C'era molto scetticismo, quindi in quel caso significava far capire alle persone che poteva essere un buon abbinamento mescolare i Simpson al Conte di Montecristo agli atti del Maxiprocesso Si perché poi gli atti del Maxiprocesso in realtà, andando oltre quel dramma che c'è dentro, in realtà sono pieni di spunti anche comici, di miseria umana poi alla fine. Si parlava di queste riunione in un barbiere e si arrivava con i monopattini elettrici". Claudia Pandolfi sottolinea: "E' anche divertente vedere certi miti smitizzati, ridotti a una narrazione anche grottesca, anzi, finalmente forse, si toccano argomenti anche un po' delicati in una maniera nuova, inconsueta".
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